Il mio pensiero non ha potuto fare altro che acconsentire, ma improvvisamente sono nate delle analogie verso settori della nazione molto più importanti del calcio che comunque, anche se per alcuni tifosi può essere una questione di vita, rimane comunque solo un sport:
- le squadre italiane fuori dalle Coppe europee
- l’Italia fuori dai giochi politici/economici importanti
- sono finiti i fuoriclasse (possiamo chiamarli i leader del calcio?)
- l’Italia non ha più leader degni di tale nome
- gli allenatori buoni vanno all’estero e sono apprezzati
- le nostre menti buone vanno a lavorare all’estero
- la magica Roma “caput mundi” comprata dagli americani (che fino agli anni ’80 conoscevano solo il calcio della tavola periodica degli elementi chimici)
- le mitiche aziende italiane nate nel dopoguerra, non esistono più e i marchi ancora vivi sono in mano agli stranieri
- le squadre italiane sono composte solo da non italiani
- anche l’esercito romano, negli anni che portarono a declino del più glorioso Impero della storia, era fatto da non romani e non italici
Da cosa può dipende tutto questo?
Personalmente penso che mancano i veri leader, quelli che servono gli altri e non antepongono i loro personale interessi, che si mettono da parte quando il loro momento è finito e che fanno sacrifici prima di insegnarli a fare agli altri.
Purtroppo, se i modelli per i nostri giovani sono i “Tronisti”, “i finti fenomeni” che escono dal Grande Fratello d’Italia, i Pingo Pallini che vanno all’Isola degli Sconosciuti, i politici più presenti in TV come i cabarettisti, ma soprattutto le persone che si lamentano sempre, che però vanno ad alimentare le casse personali di tali insignificanti partecipanti, guardando i loro programmi, allora il percorso per recuperare è veramente in salita, mentre l’Italia è in discesa.
Dopo gli sport più duri (ciclismo, boxe, atletica, tennis) dove i sacrifici sono tanti, e nei quali si abitua un giovane veramente a farli, sembrerebbe che anche il calcio, non sia più ambito.
La realtà non è questa: il calcio può fare guadagnare, ma fare il calciatore comporta comunque sacrificio e dedizione : non è detto che tutti i nostri giovani abbiano voglia di farlo. Non appena spenti i primi ardori, legati ad una prospettiva di una fulgida carriera, spesso più presente nella testa dei loro genitori, capiti gli sforzi da fare per accedere ai massimi livelli, la maggior parte si perde per strada.
Anche il Tronista non è detto che acceda ai massimi livelli, ma in compenso fa meno sacrifici e poi, se cade dal trono, c’è sempre qualche Casa o Isola che lo riaccoglie.
Da oggi nei nuovi libri di Leadership, verrà inserita la prima mia grande intuizione: guarda il mondo del pallone e capisci che leader abbiamo di fronte.
La seconda intuizione e che i leader del futuro non dovranno più seguire le Università, MBA o porcherie simili, ma dovranno assicurarsi un posto al Grande Fratello, all’Isola o addestrati nell’arte del paparazzismo (che non è avere pregiudizi contro il Papa o i papà).
Già più di 500 anni fa, Erasmo da Rotterdam scriveva: “Le migliori speranze di una nazione riposano nell’educazione adeguata dei suoi giovani”.
Io aggiungo, non solo a scuola ma a tutti i livelli.
Meditate leader.
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Marco
Amaro, ma tutto vero!
Stefano
Molto interessante, concordo in pieno e penso che la frase di Erasmo da Rotterdam sia molto intelligente.
Francesca
Ciao Pasquale,
è a un pò che leggo i tuoi tutorial ma questo articolo l’ho trovato molto interessante in quanto rispecchia in pieno anche il mio modo di vedere le cose. Trovo che una riflessione sullo stato economico-sociale del nostro paese sia d’obbligo in questo momento, e non perchè il nostro sia peggio di altri ma semplicemente perchè, come hai giutamente detto, bisogna essere sempre abbastanza critici per poter lavorare su un miglioramento.
La domanda che pongo, un pò provocatoria, ma che credo sia la chiave di lettura per comprendere un pò di cose é: ma perchè si dovrebbe diventare leader se la condizione di vero leader ci pone di fronte alla possibilità di cedere il ruolo ai propri seguaci, quindi di non poter avere potere a lungo? In altre parole, credo sia concezione comune identificare la leadership con il potere e che proprio perchè nessuno alla fine dei conti è disposto a cedere il potere acquisito, non vi sia interesse nello sviluppare altre potenzialità. Risultato: abbiamo un paese con una classe politica e dirigenziale talmente attaccata a soldi e poltrona da vedere nei concetti di “vera” leadership che hai esposto più una minaccia che una potenzialità…..Credo che i veri leader siano e debbano essere assolutamente superiori a potere e denaro, quindi abbastanza coraggiosi da andare contro corrente e non scendere a compromessi.
admin
Ciao Francesca e benvenuta su Sviluppo Leadership!
Sono d’accordo con la tua constatazione. Tu poni una domanda abbastanza seria: perchè un leader dovrebbe essere interessato a farsi da parte ….? E’ vero, tra quelli in posizioni di potere pochi sono interessati a farsi da parte, ma questo è naturale. Se parli di leader politici o di istituzioni (a cui l’articolo si può riferire) possono essere tali solo se hanno dei seguaci. Sviluppare la leadership e definire “un ideale di leader” serve a tutti, ai seguaci per cambiare rotta e scegliersi un nuovo leader, ai potenziali leader per prendere coscienza che arrivato il loro momento per mettersi in gioco. Purtroppo molto spesso “i seguaci” possono non cambiare rotta perchè hanno interessi economici, hanno paura di ripercussioni o proprio perchè non hanno nessuno che glielo fa notare. Tieni conto che, naturalmente, la maggior parte degli uomini preferisce seguire piuttosto che guidare.
Se, invece, parliamo di leader in organizzazioni aziendali, in realtà sono manager demandati da altri: sicuramente sono favoriti dalla loro posizione, ma non è detto che siano dei veri leader benvoluti dai loro collaboratori. Se rimangono sempre al loro posto, significa che alla persone che li pagano sta bene così, ma qui le motivazioni sono altre, legate al profitto, anche se spesso volte non sono lungimiranti.
Sviluppo Leadership nasce anche per sensibilizzare i lettori a riflettere su certe tematiche che sono ideali, ma senza ideali non si sviluppa una futura realtà tendente ad essi. Sicuramente sarai d’accordo con me che negli ultimi tempi gli ideali stanno volgendo verso la mediocrità, mettendo quasi in derisione l’eccellenza ed il sacrificio per raggiungerla.
Il blog ha indirizzi multipli:
– i tutorial sono delle lezioni formative per capire bene cosa c’è dietro il concetto di leadership e creare una base solida;
– ci sono poi articoli ad ampio spettro per il miglioramento personale di ciascuno, che in qualsiasi situazione deve imparare ad essere un leader per guidare i più giovani;
– ci saranno articoli di attualità, seguiti da il Giornaleader, che cercheranno riflettere su situazioni attuali.
– ci sono risorse, consigli, link e letture per aiutare ciascuno a migliorare sè stesso per poter poi migliorare gli altri.
Spero di averti risposto: se non l’ho fatto fatti sentire di nuovo; comunque continua a seguire il blog e vedrai che tra alcuni mesi parecchie visioni ti saranno più chiare.