La suprema qualità per un leader è una indiscutibile integrità. Senza di essa nessun successo reale è possibile, non importa se essa è in una parte di un gruppo, in un campo di calcio, in un esercito o in un ufficio.”
Sia che tu gestisci un team al lavoro, guidi una squadra sportiva o una grande organizzazione, hai bisogno di conoscere e avere nella “tua cassetta degli attrezzi del leader” degli strumenti potenti che sono le varie teorie sulla leadership.
In modo conscio o inconscio, tu sicuramente userai un qualche stile di leadership, ma conoscere la base delle teorie sulla leadership può aiutarti a sviluppare te stesso, il tuo personale stile e quello più efficace al contesto in cui ti muovi.
Come promesso nel tutorial precedente, ti illustrerò le maggiori 8 teorie sulla leadership e dedicherò ad ognuna di esse un tutorial affinché tu possa avere le informazioni necessarie allo scopo: per parlarne approfonditamente non basterebbero decine di libri.
Le principali teorie sulla leadership si possono fondamentalmente organizzare in 4 approcci principali:
- Approccio Caratteriale
la leadership dipende dalla personalità del leader
- Approccio Comportamentale
la leadership dipende dall’abilità del leader
- Approccio Situazionale
la leadership dipende dalla situazione contingente
- Approccio Influenzale
la leadership dipende da un processo di influenza
I 4 approcci più comuni nelle teorie sulla leadership
Per ogni approccio parlerò delle due teorie sulla leadership più significative o conosciute, considerando che da queste sono nati dei modelli, approcci e stili di leadership di cui ti parlerò nella parte pratica.
Anche se presentate in ordine quasi cronologico, alcune delle teorie sulla leadership, anche se datate, rimangono ancora oggi popolari.
Non c’è un accordo raggiunto tra gli accademici e i professionisti di quale teoria sia preferibile o più efficace.
In realtà non c’è nessuna teoria sulla leadership che può spiegare tutte le circostanze: ciascuna ha i suoi punti di forza e di debolezza, e ciascuno di noi si orienta o sceglie quella che coincide con le proprie credenze, esperienze ed evidenze sperimentali.
Anche io ho le mie preferenze e durante il proseguo te le indicherò, basandomi su di esse per la parte pratica.
Approccio Caratteriale
Le teorie basate sull’approccio caratteriale si basano sul presupposto che leader si nasce, oppure ci sono dei tratti caratteriali innati che fanno emergere la persona come leader.
Il mio punto di vista su questo approccio è molto scettico e te lo mostro con un esempio.
La maggior parte di noi ricordano i leader che emergevano ai tempi delle scuole medie o superiori.
Essi non solo erano stati riconosciuti come leader nelle nostre scuole, ma sembravano in qualche modo destinati ad un successo definitivo nel mondo degli adulti.
Anni dopo, partecipando a rimpatriate di classe o incontrando le stesse persone nel corso di un incontro casuale, scopriamo che molti di questi “leader nati” non hanno mai raggiunto il loro apparente potenziale.
Possiamo anche ricordare molti dei nostri compagni e amici che sembravano persi durante quei primi anni.
Anche se essi allora non sarebbero mai stati scelti per raggiungere posizioni di leadership in qualsiasi campo, molti di essi, invece, risultano essere dei leader di straordinario successo.
In definitiva ecco le due maggiori teorie dell’approccio caratteriale:
Approccio Comportamentale
Le teorie basate sull’approccio comportamentale si basano sul presupposto che leader non si nasce ma si diventa, imparando attraverso l’insegnamento e l’osservazione di abilità da acquisire.
Il mio punto di vista si trova d’accordo con il presupposto dell’approccio, ma non sulla conclusione.
Sono convinto che leader si diventa, ma non solamente acquisendo le abilità cosiddette necessarie.
In definitiva ecco le due maggiori teorie dell’approccio comportamentale:
Approccio situazionale
Le teorie basate sull’approccio situazionale si basano sul presupposto che non c’è nessun stile di leadership che è adatto per tutte le situazioni:
la leadership efficace, quindi, richiede l’abilità fondamentale di adattare lo stile alla situazione e alla maturità del team.
Sono abbastanza d’accordo con queste teorie, in quanto danno delle indicazioni su alcuni stili da adottare e sviluppare.
La scelta di essi può essere veramente efficace, solo se l’accortezza di valutare una situazione ed il conseguente stile in modo dinamico, poiché nello stesso momento si possono avere più situazioni contemporanee da gestire oppure la stessa situazione è dinamicamente veloce ad evolversi.
L’errore più comune che si può commettere è di considerare, a valle della situazione, la scelta dello stile come un qualcosa di statico, ma questo lo si vedrà nella pratica.
In definitiva ecco le due maggiori teorie dell’approccio situazionale:
Approccio influenzale
Le teorie basate sull’approccio influenzale si basano sul presupposto che la leadership è il risultato di un processo che implica influenza su un gruppo di persone verso la realizzazione di obiettivi comuni.
Questa tendenza si divide in due filoni principali:
- uno più vicino alla classica visione di management, che si basa sul presupposto che l’influenza si poggia su un sistema di premi e punizioni (transazionale);
- l’altro basato su un processo di influenza e relazione tra il leader e i seguaci (trasformazionale), attraverso l’esempio, l’inspirazione, alti standard etici e morali .
In definitiva:
- 5 – Teoria del Management (transazionale)
- 6 – Teoria della Relazione (trasformazionale)
Attraverso la mia esperienza sono convinto che oggi, e sempre più per il futuro, sarà quest’ultimo l’approccio più vincente.
Le motivazioni sono semplici!
In un mondo globalizzato, dove l’informazione arriva velocemente in tutte le parti, dove le persone stanno elevando il loro standard conoscitivo, dove la cultura, la scuola e l’informazione stanno diventando, forse meno profonde verticalmente, ma più estese orizzontalmente, la Grande Persona non basta più.
Forse, centinaia di anni fa, potevano bastare le qualità innate, che venivano fuori al momento giusto (dico “forse” perché non sono convinto che bastasse solo l’innato), in quanto la massa era ignorante e non accedente alla cultura.
Oggi le caratteristiche innate vanno sviluppate, coltivate e aggiornate continuamente per potere guidare non solo te stesso, ma tutta la complessità che ti circonda.
Oggi, e sempre più in futuro, il leader deve sicuramente avere le caratteristiche giuste, le competenze giuste e adattarsi alle situazioni, ma soprattutto deve:
- avere una visione;
- stabilire degli obiettivi;
- essere integro;
- essere di esempio;
- incoraggiare;
- supportare;
- aiutare le persone focalizzandosi sugli interessi e i bisogni del gruppo, mettendo dietro i propri interessi personali.
Solo attraverso tutto ciò può veramente influenzare gli altri e trasformarli in altri leader, affinché ogni organizzazione possa avere non un solo ed unico leader, ma una leadership distribuita.
Ti starai chiedendo: “Ma esiste la persona con tutte le caratteristiche sopra sono state elencate?”
Forse no!
Ma se vuoi, guidare gli altri, però, dovrai allenarti ad acquisirle quanto più possibile!
Alcune magari, le hai già innate, e su queste dovrai fare leva maggiormente come tuoi punti di forza; altre invece dovrai svilupparle e provare a esercitarle tutti i giorni.
Nelle organizzazioni più complesse, invece, la leadership non può essere in mano solo ad una persona, ma più leader, facendo leva sui propri punti di forza, dovranno condividere e portare avanti una leadership condivisa, che in modo integrato possa guidare tutta l’organizzazione.
Nei prossimi tutorial ti approfondirò le varie teorie della leadership, per poi passare ai modelli ed agli approcci più usati.
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Qualcosa è andata storta.
Maurizio
Caro Pasquale
mi sono messo alla pari. Un pò in fretta, ma avrò modo di rileggere i Tutorial.
Per me i Tutorial mostrano una visione positivista interessata a identificare la personalità del “vero leader”.
Spero di dare un contributo con il seguente suggerimento.
Spariscono un poco i rapporti di somiglianza e di differenza fra il “leader” e il “Popolo”.
Penso che tu possa trovare interessante il concetto di “personalità corporativa” di H.W.Robinson, che lo introdusse nella teologia biblica già nel 1936, in questi termini:
«un intero gruppo, compresi i suoi membri morti, viventi e futuri, può agire come un unico individuo, e precisamente attraverso ognuno dei suoi membri che sia chiamato a rappresentarlo».
Il carattere organico e compatto del popolo spiega come esso possa essere quasi “condensato” in persone singole; non è raro trovare casi in cui i rappresentanti del popolo vengano a volte “identificati” con il popolo stesso a tal punto che un singolo, pur restando un vero individuo, viene contemporaneamente considerato come comunità.
Il fenomeno è noto come “personalità corporativa”: un gruppo può agire attraverso una persona che sia chiamata a rappresentarlo; può trattarsi di una persona vivente, ma anche di un personaggio del passato o del futuro. Questo concetto suppone che si consideri la comunità non come semplice somma di individui, ma come una realtà i cui membri sono legati tra loro intimamente e che, quindi, possono agire come se fossero un solo corpo ed essere rappresentati da un singolo che personifica la comunità.
La “personalità corporativa” sarebbe la sommità della piramide. In lui si concentra tutto il meglio del popolo insieme alle sofferenze e alle speranze di successo definitivo.
Da questo punto di vista il leader diventa la somma e sintesi.
Si apre la strada all’idea di un personaggio messianico.
Ciao, Maurizio.
Pasquale
Maurizio,
ti ringrazio per il tuo prezioso ed interessante contributo (è mia intenzione andare ad esplorare il concetto di “personalità corporativa” di Robinson).
Sicuramente la questione che tu poni è corretta e, se ho capito bene, per semplificarla a tutti, “il leader non sempre si autodetermina, ma spesso viene determinato dalla situazione e da gli altri ad assumersi le responsabilità che ne derivano”.
Sono molto d’accordo su questa visione, ma quali sono i tratti, i comportamenti, la personalità, i processi e le relazioni che fanno scaturire l’individuazione di tale personalità?
Sono sicuro che prossimi tutorial dedicati alle varie teorie sulla leadership possano dare una risposta ed una visione delle varie angolature tutte plausibili, ma mai completamente esaustive, visto il campo di cui parliamo.
Ciao ed aspetto ancora il tuo contributo.