Il mio pensiero non ha potuto fare altro che acconsentire, ma improvvisamente sono nate delle analogie verso settori della nazione molto più importanti del calcio che comunque, anche se per alcuni tifosi può essere una questione di vita, rimane comunque solo un sport:
Da cosa può dipende tutto questo?
Personalmente penso che mancano i veri leader, quelli che servono gli altri e non antepongono i loro personale interessi, che si mettono da parte quando il loro momento è finito e che fanno sacrifici prima di insegnarli a fare agli altri.
Purtroppo, se i modelli per i nostri giovani sono i “Tronisti”, “i finti fenomeni” che escono dal Grande Fratello d’Italia, i Pingo Pallini che vanno all’Isola degli Sconosciuti, i politici più presenti in TV come i cabarettisti, ma soprattutto le persone che si lamentano sempre, che però vanno ad alimentare le casse personali di tali insignificanti partecipanti, guardando i loro programmi, allora il percorso per recuperare è veramente in salita, mentre l’Italia è in discesa.
Dopo gli sport più duri (ciclismo, boxe, atletica, tennis) dove i sacrifici sono tanti, e nei quali si abitua un giovane veramente a farli, sembrerebbe che anche il calcio, non sia più ambito.
La realtà non è questa: il calcio può fare guadagnare, ma fare il calciatore comporta comunque sacrificio e dedizione : non è detto che tutti i nostri giovani abbiano voglia di farlo. Non appena spenti i primi ardori, legati ad una prospettiva di una fulgida carriera, spesso più presente nella testa dei loro genitori, capiti gli sforzi da fare per accedere ai massimi livelli, la maggior parte si perde per strada.
Anche il Tronista non è detto che acceda ai massimi livelli, ma in compenso fa meno sacrifici e poi, se cade dal trono, c’è sempre qualche Casa o Isola che lo riaccoglie.
Da oggi nei nuovi libri di Leadership, verrà inserita la prima mia grande intuizione: guarda il mondo del pallone e capisci che leader abbiamo di fronte.
La seconda intuizione e che i leader del futuro non dovranno più seguire le Università, MBA o porcherie simili, ma dovranno assicurarsi un posto al Grande Fratello, all’Isola o addestrati nell’arte del paparazzismo (che non è avere pregiudizi contro il Papa o i papà).
Già più di 500 anni fa, Erasmo da Rotterdam scriveva: “Le migliori speranze di una nazione riposano nell’educazione adeguata dei suoi giovani”.
Io aggiungo, non solo a scuola ma a tutti i livelli.
Meditate leader.
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