Qualche giorno fa, il 4 ottobre, come tutti gli anni si è celebrata, per modo di dire, la figura di San Francesco di Assisi, come santo e come uomo e come patrono d’Italia.
Mi sono permesso di dire per “per modo di dire”, perché celebrare senza festeggiare è una farsa, la farsa fatta da qualche nostro governo tempo fa per illuderci che, togliendo qualche giorno di festa, avremmo prodotto di più ed eliminato i problemi dell’Italia.
Lasciare invece viva la festa del Patrono d’Italia, invece, sarebbe stata un’occasione importante per avere il tempo materiale per riflettere sulla figura di questo uomo, mettendo d’accordo sia credenti che non credenti, vista l’universalità dei suoi insegnamenti.
Magari questa riflessione periodica poteva aiutare, sia tutti noi che i nostri leader politici, ad evitare, o quanto meno minimizzare, la rovina ed il baratro in cui siamo scivolati negli ultimi anni.
La visione fondante della missione del leader Francesco nella chiesetta di San Damiano, “Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”, è molto attuale.
Egli ha molto da insegnarci sulla leadership, soprattutto in relazione al momento in cui viviamo.
Uno dei gli aspetti della “leadership integrata” di Francesco fu quello che egli era in grado di evolvere, e in qualche modo rivoluzionare, il modo di come la gente potesse allora vivere la loro fede cattolica.
Invece di rifiutare completamente la Chiesa cattolica e le sue molte questioni del momento (come le Crociate e l’Inquisizione), egli riuscì a creare un cambiamento, pur rimanendo parte della Chiesa e dei suoi leader.
Mentre gli altri cercavano di rivoluzionare il sistema formando gruppi scissionisti, che spesso venivano etichettati come eretici, Francesco non giudicava il sistema, ma con il suo esempio fu capace a sua volta di provocare un cambiamento.
Solo da questo, quanti insegnamenti per noi ed i nostri leader, !
Francesco d’Assisi è stato un leader servitore, di Dio e dei suoi fratelli, in un mondo da rifondare e da trasformare, muovendosi al di sopra degli interessi personali.
Un egocentrico seguace di Francesco d’Assisi frustrato dall’attenzione riservata a Francesco da migliaia di persone una volta disse:
Perché? … tutto mondo intero sembra mettersi in moto dopo aver sentito te … tutti vogliono vederti, sentirti, unirsi a te.”
Francesco pazientemente rispose:
Vuoi sapere perché io, e bene dovresti sapere perché proprio io? È perché Dio non avrebbe potuto scegliere chiunque meno qualificato e più di un peccatore, di me. E così, per questo meraviglioso lavoro, che egli intende effettuare attraverso di noi, ha scelto me, perché Dio sceglie sempre i deboli e in modo assurdo, quelli che non contano nulla.”
(tratto da libro “Il Santo riluttante” di Donald Spoto, 2002 da Compass Viking)
Si può discutere se Francesco d’Assisi sia stato un leader riluttante o no, ma sicuramente nessuno seguirà o ricorderà ancora tra 1000 anni gli insegnamenti e l’operato di qualche leader italiano del nostro ultimo paio di decenni!
Se la sua non è vera leadership, allora ditemi voi cos’è?
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Qualcosa è andata storta.
Franz
Dei leader italiani non se ne ricorderà nessuno…neanche tra 100 anni.