Se un leader diventa un ladro, è ancora un leader?

Se un leader diventa un ladro, è ancora un leader? 1Quante volte, leggendo un giornale, guardando la TV oppure parlando con un amico, rimani esterrefatto alla notizia che un leader politico o aziendale è indagato per truffa, corruzione o appropriamento indebito di denaro?

Forse ti sei già assuefatto a tali notizie, pensando giustamente che gli uomini non cambieranno mai e, già più di venti secoli fa, il detto latino L’occasione fa l’uomo ladro!” era sulla bocca di tutti!

Ma se l’occasione fa anche il leader-ladro, mi chiedo se egli rimane comunque un leader?

Inconsciamente, forse tale leader ignora che, anteponendo i propri interessi rispetto alle persone o l’organizzazione di cui è leader, sta commettendo l’errore più grande della leadership.

È un errore che si paga, quando gli altri ne vengono a conoscenza!

Nell’articolo “Perché i leader perdono la retta via?”, mi sono domandato anche perché questo errore si commette.

In politica nessun schieramento ne sembra indenne e, qualsiasi sia il cosiddetto colore, ideale, schieramento o posizione geografica, l’unica certezza è che, laddove c’è potere e leadership, qualcuno, anzi, oserei dire quasi tutti ne approfittano.

Che dire poi di alcuni leader delle organizzazioni aziendali, delle banche, della finanza, che essendo spesso compagni di merenda con i leader politici si lasciano coinvolgere nei giochi, che spesso si fanno durante la merenda o addirittura li organizzano proprio loro?

Forse bisognerà rivedere la cultura e la figura del leader attraverso un sviluppo della leadership che ridefinisca il significato di una buona leadership.

Esempi sono i casi eclatanti della Parmalat e Cirio, già chiusi, o le attualissime accuse di mancanza di etica del dirigente Greg Smith ai massimi vertici della Goldman Sachs, che nonostante qualche anno fa sia stata salvata dai soldi dei statunitensi, sembra che stiano continuando in una guida non etica.

È vero che, in ogni caso, prima dare giudizi finali di colpevolezza bisognerà seguire l’iter dei processi giudiziari, ma alcuni casi hanno già avuto il verdetto finale di colpevolezza!

In Italia fino a qualche decennio fa, qualcuno affermava che la migrazione leader-ladro fosse solo un “privilegio” che toccava ai leader che vivevano al di sotto della latitudine “41°54’39″24 N”, cioè da metà stivale in giù, privilegio legato alla discendenza dalla razza latina (guarda caso il detto latino di prima).

Poiché si è scoperto che negli ultimi tempi anche alle alte latitudini hanno goduto del “privilegio”, confermando la legge universale che ogni leader può incappare nel rischio di diventare può incorrere in azioni che nel suo profondo rifiuta, se non rimane con i piedi per terra, senza distinzione di razza, latitudine o longitudine.

Perché allora alcuni leader politici e non, di talento e di grande successo nei loro campi, al culmine della loro carriera rimangono coinvolti in attività non etiche illegali, rischiando per sempre grandi carriere e reputazioni?

Purtroppo, il leader che va su nella scala di comando, va anche incontro ad una maggiore libertà di controllare il proprio destino, ma è anche soggetto a crescenti pressioni e seduzioni.

Il leader, se vuole evitare questi trabocchetti, a meno che deliberatamente voglia diventare un ladro, deve dedicare sé stesso ad uno sviluppo personale che richiede una ristrutturazione della leadership verso un ruolo di servitore.

Ma allora un leader coinvolto in comportamenti non etici o illegali, è ancora un leader?

La leadership è influenza e, finché una persona con la sua influenza avrà seguaci, sarà ancora un leader, ma se è incappato in azioni “non buone” dovrà porsi queste domande:

  • sono ancora il leader di prima?
  • la fiducia posta in me è ancora una solida base per la mia leadership?
  • quante persone ancora credono in me?

Io affermo che sicuramente comportamenti non etici o illegali, posizionano il leader ad un livello più basso nella scala della leadership: l’esperienza insegna che risalire è difficilissimo se non impossibile.

Ed ora ti sarei grato, o mio lettore, se anche tu mi facessi conoscere la tua risposta o il tuo commento alla domanda posta nel titolo!

Ti auguro una buona settimana!

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  1. Giovanni

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