Quando il dolore è accoppiato con un disordinato, diffuso e pervasivo senso di impotenza, i miti sociali, circa la necessità di grandi leader e di una leadership magica, emergono da una primitiva inconscia e collettiva sensazione che ci vorrebbe un Messia per alleviare o migliorare questa forma dolorosa dell’esistenza. (il lato oscuro della leadership)
G.Gemmill-J.Oakley, “Leadership: an alienating social myth” (1992)
Come tutte le cose anche la leadership ha l’altra faccia della medaglia: il lato oscuro della leadership.
Quanti ti ho parlato della Teoria TrasformazionaleAMP ti ho anticipato che tale teoria ha generato alcuni modelli che vedono il leader come “La Grande PersonaAMP”, ma differentemente dalla quest’ultima teoria, in cui “leader si nasce”, questi modelli stimolano chiunque a sviluppare la propria leadership per diventare una grande persona.
La Teoria Trasformazionale estremizzata può mistificare e sovra-idealizzare il leader, ponendo attenzione solo alla sua persona e al suo operato.
Essa ridimensiona al tempo stesso l’importanza dei collaboratori/seguaci e il loro necessario contributo per creare una “followership coscienteAMP”, rendendo la leadership un mito sociale alienato dalle altre relazioniAMP necessarie alla sua esistenza (il contesto sociale o ambientale, gli altri e gli obiettivi da raggiungere).
Questo purtroppo è un lato oscuro della leadership.
Bisogna stare attenti agli impatti negativi che può generare una cultura, che male interpretando la leadership ed il leader, li promuove come soluzione, oppure come il capro espiatorio di tutti i mali!
Quando il leader perde la retta viaAMP, girando a proprio vantaggio la sua posizione o incoraggiando i collaboratori/seguaci a lavorare per obiettivi che non sono realmente nei loro interessi, ne derivano delle conseguenze disastrose per tutti gli attori coinvolti nella relazione: l’organizzazione, i collaboratori, la società o anche l’ambiente.
Il fatto da evidenziare è che, nonostante “i seguaci” (la followership) abbiano avuto coscienza di quello che stava accadendo, non hanno fatto nulla per impedire che si arrivasse all’irreparabile e fare emergere il lato oscuro della leadership-
Cosa può allontanare il leader dalla realtà?
Jay A. Conger, esperto di “leadership carismatica”, nel suo “The dark side of the leadership” (1990), illustra tre 3 aree critiche dove il leader può esagerare, illudersi e perdere il contatto con la realtà:
che, nonostante sia fondamentale per il successo di alcuni leader visionari, può avere una forza tale che, unita all’impegno del leader per perseguirla, può portare all’ostinato rifiuto di considerare strade alternative;
in questo caso, la convinzione che il mondo è o dovrebbe essere solo come lo vede il leader, può essere generata dal narcisismo, una forza molto comune tra i leader;
quando il leader, che ha sicuramente forti doti comunicative, può abusarne ed essere tentato a distorcere le informazioni facendo passare solo i messaggi a cui tiene;
quando il leader impegnato a gestire in modo passivo le relazioni con l’alto, i colleghi ed i collaboratori, perde di vista lo sviluppo attivo di futuri leader che potranno dare un nuovo impulso a sé stesso e all’organizzazione.
Fare il leader è un lavoro stressante che fa fronte alle sfide di essere responsabile di persone, di organizzazioni ed è soggetto alle influenze dell’ambiente sociale e familiare.
Tieni in mente che man mano vai su nella scala di comando, vai anche incontro ad una maggiore libertà di controllare il tuo destino, ma sei anche soggetto a crescenti pressioni e seduzioni, che possono condizionare in modo oscuro la tua leadership
Ecco perché prima di intraprendere un ruolo di leader (a anche mentre lo sei) ti devi sempre chiedere:
A qualunque livello di leadershipAMP tu sei posizionato o sarai posizionato, è fondamentale che tu ti ponga sempre queste due domande, poichè la loro meditazione ti eviterà di cadere negli eccessi della leadership.
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