Metà del danno che viene fatto in questo mondo è dovuto a persone che vogliono sentirsi importanti. Essi non intendono fare del male e il danno non li interessa; oppure non lo vedono, o lo giustificano, poiché sono assorbiti nella lotta senza fine a pensare bene di se stessi.
T.S. Eliot – Premio Nobel per la Letteratura
Dopo il lato oscuro della leadershipAMP parliamo ora degli eccessi della leadership.
Hai mai avuto un capo che scherzosamente (o forse non così scherzosamente) viene indicato come un leader narcisista?
Oppure hai mai pensato che tu stesso puoi esserlo?
La realtà è che molti narcisisti scalano la società, perché, tra tante altre motivazioni, gli altri li ritengono adatti per vestire il ruolo di leader, poiché sono sicuri di sé, dominanti, autoritari e con un buon livello di autostima.
Allora conviene essere narcisisti?
Sicuramente tale innata predisposizione può aiutare all’inizio, ma può essere anche la causa di alcuni eccessi della leadership che rovinano il leader narcisista e tutto il suo seguito.
Michael Maccoby in “Narcissistic Leaders: The Incredible Pros, the Inevitable Cons” (2004), individua gli eccessi della leadership sotto un aspetto di tipo “narcisistico e produttivo”:
il “narcisista produttivo” per sua natura è una persona particolarmente adatta a fungere da supporto per gli altri, ad assumere il ruolo di leader e a dare un nuovo impulso allo sviluppo culturale o a modificare lo stato stabilito delle cose.
Spesso il leader narcisista è emotivamente isolato e molto diffidente, ed eventuali realizzazioni positive possono alimentare sentimenti di grandiosità e portare ad eccessi.
Eppure il narcisismo produttivo, se contenuto nei limiti della normalità (cioè se non diventa patologico), può essere straordinariamente utile, anzi necessario per il leader.
Scopriamo il perché!
Il leader narcisista produttivo è uno stratega dotato di creatività e visione, sa vedere il quadro generale e trovare un significato nella volontà rischiosa di cambiare il mondo, lasciando dietro di sé un’eredità.
Non solo è disposto ad acquisire il rischio, ma è anche un incantatore che può coinvolgere le persone con la parola.
I punti di forza del leader narcisista produttivo sono
perché per sua natura è una persona che vede il sempre il quadro generale;
in quanto è particolarmente dotato per attrarre seguaci ed, il più delle volte, lo fa attraverso il linguaggio.
Il pericolo maggiore è che il narcisista si può trasformare in improduttivo, quando manca la conoscenza di sé o quando diventa un sognatore non realista.
Inizia a fare grandi piani e ha l’illusione che solo le circostanze o continui nemici bloccano il suo successo.
Questa tendenza verso la grandiosità e la sfiducia è il tallone d’Achille del narcisismo e di tutta la leadership stessa.
I punti di debolezza del leader narcisista produttivo sono
poiché è straordinariamente sensibile e rifugge le emozioni nel suo complesso, soprattutto i propri sentimenti e le critiche negative altrui;
come conseguenza della ipersensibilità alle critiche, soprattutto quando si sente minacciato o attaccato;
nonostante egli stesso ha bisogno di empatia da parte degli altri;
come conseguenza della mancanza di empatia e di indipendenza;
essendo implacabile e spietato nella ricerca della vittoria, portando l’organizzazione che guida ad una forte competizione interna.
Mi chiedo se tu ti stai riconoscendo in un leader narcisista oppure no!
Nel primo caso devi correre ai ripari per evitare di arrivare al peggio.
Ecco alcuni 3 suggerimenti che Maccoby ha individuato, attraverso cui i leader narcisisti produttivi possono evitare le trappole che li portano agli eccessi, minando ad un certo punto la loro leadership:
una persona, una spalla che agisce come un’ancora, mantenendo il leader narcisista con i piedi a terra e che lo incoraggi a trovare soluzioni alternative;
per fare propria la visione ed i valori del leader;
per aiutare ed esplorare la propria personalità, poiché sono spesso più interessati a controllare gli altri che a conoscere se stessi.
Senza scomodare la psicanalisi e le derive narcisistiche di molti grandi leader, ti posso assicurare che la leadership assomiglia molto alla luna.
Tutti vedono solo una faccia, quella splendente, ma esiste sempre l’altra faccia quella oscura, dove il leader spesso rischia di brancolare al buio, se non sviluppa al più presto una parte delle competenze emozionaliAMP adeguate per riuscire a creare un equilibrio tra i suoi bisogni personali, i bisogni dei collaboratori e gli obiettivi dell’organizzazione o della società.
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